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sabato 21 ottobre 2017

Taormina. D’Agostino: “Fisascat Cisl in piazza a Messina per difendere i diritti dei lavoratori”

Taormina. D’Agostino: “Fisascat Cisl in piazza a Messina per difendere i diritti dei lavoratori”



Taormina. “Lavoro e occupazione tra le richieste dei lavoratori scesi in piazza oggi a Messina ma anche preoccupazione soprattutto per le ultime riforme che hanno azzerato gli ammortizzatori sociali e non garantiscono più la continuità del reddito agli stagionali e annuali”: a dichiararlo è Salvatore D’Agostino, segretario generale della Fisascat Cisl Messina. “Sotto la Prefettura di Messina – spiega – era numerosa la rappresentanza di chi non potrà ottenere il nuovo sussidio di disoccupazione, la cosiddetta Naspi. Arrivano da Taormina, da tutto il comprensorio ionico, dalle Isole Eolie e anche dalla riviera tirrenica. Quest’anno non è stata concessa nemmeno la deroga per un ulteriore mese di beneficio per la disoccupazione come avvenuto negli ultimi due anni. La Commissione Lavoro, a Roma, sta discutendo solo di una proposta per i lavoratori termali tagliando fuori gli stagionali degli altri settori. Una situazione inaccettabile per i lavoratori della provincia di Messina”.
“Contro la Naspi – aggiunge Pancrazio Di Leo, segretario generale aggiunto della Fisascat Cisl Sicilia – siamo pronti a scendere in piazza chiedendo di estendere il diritto a tutti i lavoratori stagionali e non a un solo settore. Il Governo prenda atto delle richieste pervenute dalla Fisascat e accolte anche dalla Regione Sicilia con un ordine del giorno approvato con l’unanimità. I lavoratori vogliono lavorare ed è questa la loro priorità, in mancanza di lavoro continuato necessitano un sostegno per poter sopravvivere con le proprie famiglie. Ma il dramma di rimanere senza reddito e senza lavoro coinvolge anche i lavoratori che hanno un contratto a tempo indeterminato. Gli incentivi che il Governo sta dando alle aziende per la ristrutturazione degli immobili sta producendo una serie di licenziamenti di massa anche tra chi ha i contratti a tempo indeterminato. Così, dopo sei mesi, anche loro non avranno alcun ammortizzatore sociale e garanzia di reddito. Insomma, a fronte di finanziamenti pubblici si crea povertà”.



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